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Bonus porte interne: gli incentivi 2023-2024

Bonus Porte Interne. Collezione Nidio, Azienda Flessya
Porte interne, Collezione Nidio, Azienda Flessya

Nel 2020 il Decreto Rilancio offrì degli incentivi per dare slancio alla ripresa economica del nostro Paese. Tra questi, la possibilità di usufruire di incentivi da sfruttare per uno sconto sulle spese di porte interne fatte per il miglioramento dell’efficienza energetica delle nostre abitazioni.

La Legge di Bilancio 2023 conferma le normative introdotte, permettendo di ottenere un’agevolazione fiscale direttamente in fattura per l’acquisto di nuovi infissi fino al 31 dicembre 2023.
Tra queste spese è stata confermata anche la sostituzione delle vecchie porte interne con la possibilità di beneficiare di uno sconto del 50% sul prezzo finale.

Bonus porte interne: gli incentivi 2023

Non esiste uno specifico “Bonus Porte Interne” ma è possibile usufruire della detrazione fiscale del 50% grazie al Bonus Ristrutturazioni. Nell’ambito della Legge di Bilancio prorogata fino al 2024,  sono contemplati gli interventi che permettono di recuperare metà delle spese anticipate per l’acquisto e sostituzione delle porte interne.

Esaminiamo in questo articolo quali agevolazioni sfruttare dai vari bonus per la sostituzione delle porte interne nelle case, visto che oggi ristrutturare e riqualificare la propria casa è davvero tanto conveniente. Per usufruire dell’agevolazione, è fondamentale segnalare che il termine ultimo per la presentazione delle domande scade il 16 marzo 2024 per le spese sostenute nel 2023.

Le agevolazioni fiscali IRPEF, rimborsabili in 10 anni per i costi relativi all’acquisto e alla fornitura delle porte interne, sono accessibili attraverso tre diversi bonus:

  • Bonus Ristrutturazioni o Bonus Casa al 50%, prorogato fino al 2025
  • Ecobonus al 50%, prorogato fino al 2024
  • Superbonus al 90%, 70% o al 65%

Non possono essere invece utilizzati:

  • Bonus Mobili
    Le porte interne non rientrano nel Bonus Mobili in quanto, come specificato dall’Agenzia delle Entrate, tra le agevolazioni “è escluso l’acquisto di porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, altri complementi di arredo” che si potrà chiedere invece relativamente a letti, armadi, librerie, scrivanie ecc…

Quale bonus scegliere per le porte interne?

A nostro avviso la scelta migliore ricade sul Bonus Ristrutturazione. Si tratta dell’unico incentivo che ti permette di detrarre le spese per la sostituzione delle tue porte interne in caso di un intervento di ristrutturazione per il quale necessita la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) o anche l’apertura, la chiusura, l’ampliamento o lo spostamento di una o più porte.

La seconda opzione è l’Ecobonus, che però consente di aderire allo sconto del 50% solo nel caso le porte interne siano adibite come confine tra un vano riscaldato e un ambiente senza impianto di riscaldamento. Di conseguenza le porte rimpiazzate dovranno assicurare un’alta performance di efficienza energetica.

Il Superbonus invece non risulta una soluzione conveniente perché la spesa da decurtare inerente la fornitura e posa in opera delle porte interne è ammissibile allorché si procedesse solo ad una operazione di demolizione e ricostruzione.

Bonus Ristrutturazione (Bonus Casa)

Il Bonus Ristrutturazione (Bonus Casa 50%) può essere adottato per costi relativi alla sostituzione delle vecchie porte interne della casa, escludendo di conseguenza uffici e negozi. Il limite massimo ammonta a 96.000 euro totali per tutti i tipi di lavori. Il bonus è stato confermato fino al 31 dicembre 2024 nella misura del 50%. L’aliquota scende al 36% nel 2025 con tetto massimo di 48.000 euro di spesa.

La detrazione ottenibile sarà poi suddivisa in 10 quote annuali, tutte dello stesso importo. Tale detrazione è praticabile se si tratta di lavori di manutenzione ordinaria, come cambiare una porta interna, perché ormai rovinata.

In definitiva la detrazione è concessa quando la sostituzione è compresa negli interventi destinati alla conservazione adeguata alla struttura edilizia, come la sostituzione delle parti cadenti o semplici rimpiazzi di elementi vecchi con altri nuovi, o comunque contemplati nelle seguenti categorie di interventi:

  • risanamento
  • restauro conservativo
  • ristrutturazione edilizia

Ovviamente sarà possibile usufruirne anche in caso di sostituzione degli infissi, sia interni che esterni. L’unico presupposto richiesto è l’esigenza di migliorare la classe energetica della propria abitazione.

Lavori ammessi

Nei lavori ammessi alle agevolazioni sulle singole unità abitative, come riportato dalla guida dell’Agenzia delle Entrate inerente il Bonus Ristrutturazione, si segnala distintamente la voce “Allargamento porte“, con le seguenti specifiche: “Con demolizioni di modesta entità, realizzazione di chiusure o aperture interne che non modifichino lo schema distributivo delle unità immobiliari e dell’edificio”.

La demolizione di una parete tra due vani si avvale anche del beneficio porte interne per sostituire tutte le porte di casa, ma anche la creazione di un controsoffitto adeguato per abbassare l’altezza in relazione alle porte.

Il Bonus ristrutturazioni è valido solo per le abitazioni residenziali, escludendo di fatto l’ambito commerciale, ma può essere richiesto anche per stanze senza riscaldamento (a differenza dell’Ecobonus che è ottenibile solo in stanze già dotate di riscaldamento).

Requisiti

Tra i requisiti del Bonus si richiede che l’intervento di sostituire le porte interne sia realizzato solo contemporaneamente ad un’opera di manutenzione straordinaria o di ristrutturazione del tuo immobile, che riguarda la creazione, spostamento o demolizione di un muri, portanti e non portanti.

A prescindere dal tipo di porta interna che desideri sotituire (a battente, scrigno, a libretto, ventaglio ecc…), requisito d’obbligo è di acquistare prodotti conformi alle normative CE.
Inoltre, per la massima performance dell’infisso e per la sicurezza della tua abitazione, meglio fare installare le porte da un professionista. Ristrutturando casa, lo Stato riconosce al contribuente il bonus solo se questo intervento è qualificato come un’opera di conservazione e valorizzazione del patrimonio edilizio.

Come usufruire del Bonus ristrutturazioni

La domanda per usufruire del bonus ristrutturazioni si certifica contemporaneamente alla dichiarazione dei redditi. Per avvalersi della detrazione porte interne, occorre stilare l’elenco delle somme pagate e indicarle nella dichiarazione, unitamente ai dati catastali dell’immobile.

Nel sito dell’Agenzia delle Entrate hai la possibilità, da solo, di redigere il documento contabile, oppure rivolgerti al commercialista di fiducia oppure al CAF di zona. É di rigore conservare tutti i documenti attestanti la ristrutturazioni, dalle fatture pagate alle ricevute di bonifico, dai permessi alle parcelle burocratiche.

Ricorda che quando paghi fatture e ricevute, meglio fare un bonifico parlante. Se non è necessario, meglio non utilizzare altri sistemi di pagamento. Nella causale il bonifico parlante deve esibire la citazione della normativa sui bonus ristrutturazioni (articolo 16-bis del Dpr 317/86) e soprattutto non devi dimenticarti del:

  • numero fattura e data
  • partita Iva o codice fiscale del fornitore
  • nome e codice fiscale del soggetto pagante

Ecobonus

L’Ecobonus è un’agevolazione “verde”, ideata per venire incontro economicamente ai contribuenti per diminuire l’impatto ambientale causato dai consumi di energia. É un’opportunità ideale per beneficiare immediatamente di uno sconto in fattura del 50% sul prezzo finale per la sostituzione o la modifica delle porte interne. Questo beneficio è attuabile se l‘intervento permetterà una riqualificazione energetica della propria abitazione o edificio.

È previsto un tetto massimo detraibile pari a 60.000 euro e il beneficio può essere richiesto da chi possiede un diritto reale sull’immobile in cui vengono effettuati i lavori a condizione  ovviamente, di installare dei prodotti di qualità per un elevato risparmio energetico.

Privati e condomini sono i soggetti che possono accedere all’agevolazione Ecobonus, ma anche aziende.

Lavori ammessi

Fino al 31 dicembre 2024 i lavori che sono ammessi all’Ecobonus devono rientrare nel settore della riqualificazione edilizia e manutenzione straordinaria e ordinaria e sono i seguenti:

  • Fornitura e posa in opera di una nuova finestra comprensiva di infisso o di una porta d’ingresso
  • Integrazioni e sostituzioni dei componenti vetrati.
  • Fornitura e posa in opera di scuri, persiane, avvolgibili, cassonetti (se solidali con l’infisso) e relativi elementi accessori, purché tale sostituzione avvenga simultaneamente a quella degli infissi (o del solo vetro)
  • Prestazioni professionali (produzione della documentazione tecnica necessaria, compreso l’Attestato di Prestazione Energetica – A.P.E. – ove richiesto; direzione dei lavori etc.)
  • I lavori possono essere eseguiti solo edifici “esistenti” (accatastati o con richiesta di accatastamento in corso, e in regola con le relative tasse) e dotato di un impianto termico.

Requisiti

Tra i requisiti per accedere l’Ecobonus è previsto che l’intervento debba essere una sostituzione o una modifica di parti già esistenti e non una nuova installazione. Inoltre include l’esigenza che le porte sulle quali si interviene debbano circoscrivere un volume che sia riscaldato verso vani non riscaldati.

Si tratta, quindi, della migliore occasione concessa per beneficiare subito di uno sconto in fattura del 50% sul prezzo finale.

L’Ecobonus per interventi di efficientamento energetico

Usufruire del beneficio del 50% con l’Ecobonus vale solo per gli edifici esistenti. Si tratta di lavori che permettono prima di tutto una riduzione del consumo energetico per il riscaldamento, favorendo un considerevole risparmio economico, oppure del potenziamento termico dell’abitazione o dell’edificio.

Questo miglioramento può avvenire tramite la sostituzione di porte interne. Se pensi di svolgere degli interventi di efficientamento energetico in relazione ad un edificio di nuova costruzione, non potrai beneficiarne.

Per gli edifici condominiali, l’agevolazione è più consistente in quanto può variare fino al 65% nell’ambito di interventi eseguiti su parti comuni degli edifici. I lavori non devono necessariamente essere sostenuti su immobili residenziali.

A chi spetta l’Ecobonus

Con il Decreto-legge 11/2023, potranno beneficiare dell’Ecobonus tutti i contribuenti in regola con l’imposta sul reddito sulle persone fisiche (IRPEF). A seguire l’elenco di tutti i contribuenti che possono accedere all’Ecobonus:

  • persone fisiche (inclusi professionisti ed esercenti arti);
  • titolari di reddito di impresa;
  • associazioni fra professionisti;
  • enti pubblici o privati (a patto che non svolgano attività commerciale).

Nel dettaglio fra le persone fisiche vengono inclusi anche:

  • condòmini (quando si tratta di interventi su parti comuni condominiali)
  • inquilini
  • titolari di un diritto reale sull’immobile
  • usufruttuari di comodato sull’immobile

Categorie aggiuntive ammesse:

  • familiare convivente con il proprietario (coniuge, parenti entro il 3 grado, affini entro il 2 grado)
  • componente dell’unione civile
  • convivente more uxorio non titolare di un contratto di comodato né proprietario dell’immobile (coppie conviventi non sposate eterosessuali e omosessuali, unione che non offende il buon costume, ordine pubblico e norme imperative, conviventi sotto lo stesso tetto)
  • IACP (Istituti autonomi case popolari) o enti simili (aventi cioè le stesse finalità sociali)

Chi è in procinto di acquistare un immobile può usufruire del bonus solo dopo aver firmato un contratto di compravendita. Quest’ultimi contribuenti devono essere in regola con le condizioni aggiuntive:

  • essere in possesso dell’immobile
  • farsi carico degli interventi di ristrutturazione
  • aver regolarmente effettuato la registrazione del compromesso

Ecobonus: la documentazione

Per potere aderire alle agevolazioni dell’Ecobonus è necessaria una documentazione ben dettagliata con i seguenti attestati:

  • Asseverazione di un tecnico abilitato: necessaria per dimostrare che l’intervento sia svolto in conformità con i richiesti requisiti tecnici
  • A.P.E. (Attestato di Prestazione Energetica) per attestare l’efficienza energetica dell’immobile o dell’edificio. Esistono anche degli interventi per i quali non è necessario l’A.P.E.
  • sostituzione di finestre ed infissi
  • La Scheda Informativa correlata agli interventi effettuati
  • Comunicazione ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori: sarà necessario inviare la scheda informativa degli interventi e tutto il materiale riguardante l’A.P.E.
  • Asseverazione sulla consistenza delle condizioni effettuata da professionisti abilitati mediate apposito A.P.E.

Superbonus 2023

Il Superbonus, nella Legge di Bilancio 2023, rientra tra i bonus prorogati per lavori di ristrutturazione edilizia, inclusi anche gli infissi e le finestre, eseguiti dal 1 gennaio del 2023 fino al 31 dicembre del 2024.

La sostituzione dei serramenti oppure degli infissi esterni, giustamente, è una delle operazioni di maggiore richiamo ma attenzione, tutte le operazioni dovranno puntare al miglioramento del risparmio energetico dell’abitazione di due classi. Gli interventi potranno essere effettuati sugli immobili residenziali di qualunque natura.

La detrazione riguardante il Superbonus 2023 può essere sfruttata solo con la consueta detrazione in fase di dichiarazione dei redditi, che sarà viene suddivisa (secondo le regole valide dal 1° gennaio 2022 e anche per il 2023), in 4 quote annuali di pari importo.

Come cambia il Superbonus 2023

Come già accennato sopra, la detrazione applicabile al Superbonus passa dal 110% al 90% dal 1° gennaio 2023 e, ancora più rimarchevole, la cessione del credito e lo sconto in fattura non saranno più applicabili, tranne per i lavori già in corso con richieste presentate entro il 16 febbraio 2023.

Inoltre, sono state stabilite nuove regole per l’accesso all’agevolazione, in particolare legate alla ristrutturazione di condomini e villette unifamiliari, in quest’ultimo caso se si tratta di prima casa.

Chi può usufruire del Superbonus

Il Superbonus si mette in pratica per gli interventi effettuati dalle seguenti categorie:

  • condomìni
  • persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione, su interventi effettuati su immobili appartenenti all’ambito “privato”
  • persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, relativamente ad interventi su singole unità immobiliari a destinazione residenziale
  • Istituti autonomi case popolari (Iacp), enti aventi le stesse finalità sociali degli stessi Istituti
  • cooperative di abitazione a proprietà indivisa
  • organizzazioni non lucrative di utilità sociale, organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale
  • associazioni e società sportive dilettantistiche (limitatamente ai lavori destinati ai soli immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi)
  • comunità energetiche costituite in forma di enti non commerciali o da parte di condomìni che aderiscono alle “configurazioni” di cui all’
    art. 42-bis, D.L. n. 162/2019, limitatamente alle spese sostenute per impianti a fonte rinnovabile gestiti dai predetti soggetti

La detrazione: a quanto ammonta?

La detrazione massima prevista per gli interventi definiti trainati come in questo caso, per la sostituzione degli infissi e delle vecchie finestre, è di 60.000 euro per abitazione e comprende:

  •  fornitura
  • installazione di finestre, infissi, scuri, persiane, avvolgibili, vetrate
  • interventi di miglioramento antisismico

Sono compresi tutti i serramenti, porte e portoni, che garantiscono un efficientamento energetico di due classi rispetto ai precedenti. È usufruibile sia dai condomini che dalle case unifamiliari.

L’intervento prevede la sostituzione degli elementi già in atto o sue parti che riguarda stanze o vani riscaldati proteggendoli verso l’esterno o verso vani non riscaldati e garantire are un valore di trasmittanza termica (Uw) inferiore o uguale al valore di legge.

A chi spetta il Superbonus nel 2023

Ai fini della detrazione, il superbonus spetta alle persone fisiche proprietari dell’immobile obiettivo dei lavori, con un titolo conforme al momento di inizio lavori o all’avvio delle spese, se antecedente il suddetto avvio. Tra i beneficiari possiamo elencare:

  • proprietario
  • nudo proprietario
  • titolare di altro diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
  • detentore dell’immobile in base ad un contratto di locazione, anche finanziaria, o di comodato, regolarmente registrato, in possesso del consenso all’esecuzione dei lavori da parte del proprietario
  • familiari del possessore o del detentore dell’immobile (coniuge, componente dell’unione civile, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado) nonché i conviventi di fatto, a condizione che sostengano le spese per la realizzazione dei lavori.

Il superbonus può essere fruito anche dal promissario acquirente dell’immobile oggetto di intervento, a condizione che sia stato stipulato un contratto preliminare di vendita dell’immobile regolarmente registrato.

Requisiti

Per avere accesso al SuperBonus al 90% del Decreto Rilancio, l’agevolazione è subordinata ad un intervento trainante quale il cappotto termico o l’installazione di caldaie a condensazione o pompe di calore con ulteriori fondamentali requisiti:

  • potenziamento di almeno 2 classi energetiche e, se non raggiungibile, di almeno una sola ma la più alta acquisibile
  • aumento delle classi energetiche certificato da un Attestato di prestazione energetica (APE) rilasciato da un tecnico abilitato
  • sostituire elementi già esistenti
  • interventi eseguiti in ambienti riscaldati per proteggerli dall’esterno o da ambienti non riscaldati
  • garantire una trasmittanza termica (dichiarata dal produttore) uguale o inferiore al valore di legge.
  • l’unità immobiliare che gode del bonus deve essere adibita ad abitazione principale e il contribuente deve avere un reddito ISEE non superiore a 15.000 euro, variabile in base a una sorta di quoziente familiare.

Come richiedere il Superbonus

Il procedimento per richiedere il Superbonus nel 2023 non ha subito variazioni. La domanda va trasmessa online sul sito ufficiale ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Obbligatoria la registrazione per potere redigere i campi con tutti i dati richiesti per la compilazione della scheda descrittiva che si ricavano dall’APE e inviare i documenti entro 90 giorni dal completamento totale dei lavori.

Andando sul sito ufficiale ENEA l’iter è molto facile:

  • stilare gli appositi campi con i dati del beneficiario, senza dimenticare di inserire i dati dell’immobile interessato;
  • redigere i documenti relativi all’APE (Attestato di Prestazione Energetica);
  • inviare una copia dell’asseverazione e un visto di conformità, entrambi firmati.

Dopo le verifiche, in caso di positività della richiesta, si potrà accedere alla detrazione che sarà applicata direttamente nella dichiarazione dei redditi Irpef.

Adempimenti

Gli adempimenti che attendono il contribuente per ottenere il Superbonus 90%, contemplano il pagamento tramite bonifico bancario o postale parlante delle spese sostenute, in cui deve inevitabilmente risultare:

  • la causale del versamento
  • il codice fiscale del beneficiario
  • la partita Iva del soggetto destinatario del bonifico

Nel Comune di residenza si deve depositare la relazione tecnica dell’intervento. Per documentare il passaggio di categoria, altrimenti non dimostrabile, è necessario acquisire l’attestato di prestazione energetica pre e post intervento.

Agevolazioni fiscali dei Bonus

Per usufruire delle agevolazioni fiscali è importante che l’acquisto e l’installazione delle porte interne siano documentati da una fattura o un atto corrispettivo, dove siano descritte le spese e la dettagliata elencazione dei lavori svolti.

Le agevolazioni saranno quindi mutevoli in base alla spesa eseguita e anche in base alla tipologia di bonus che viene sfruttata, con le detrazioni fiscali che saranno frazionate in rate dello stesso importo per un intervallo di tempo compreso tra i cinque e i dieci anni.